Autori di grande prestigio in una antologia dedicata agli animali edita dalla LATMAG EDITORE di Bolzano a cura di Franco Latino, con prefazione di Silvano De Marchi, introduzione di Eugen Galasso e copertina illustrata da Luana Angermayer.

Gli animali sono sempre entrati nella poesia, fin dall’antichità quando attraverso la favola (Esopo Fedro) erano chiamati a rappresentare fondamentali atteggiamenti della psicologia umana, o quando, come gli uccelli per la loro grazia, il canto e il fatto di librarsi per nel cielo, ispirano i poeti che li cantarono in versi divenuti immortali. Così presso i lirici greci “dorati uccelli dall’acuta voce” per venire alla nostra tradizione lirica da Dante (come colombe dal desi chiamate) al Petrarca (quel rosignol, che sì soave piagne) al Leopardi (passero solitario, alla campagna vai finchè non more il giorno) al Pascoli che ne imitò onomatopeicamente le voci, a Saba che vi dedicò una sezione, gli uccelli costituirono sempre un momento felice dell’ispirazione, divenendo simbolo di purezza, di grazia, di libertà, di aciensione spirituale. Ma anche gli animali amici dell’uomo, il cane (si pensi che alcune poesie d’amore di Rilke che parevano ispirate da una donna riguardavano invece il suo cane) o il gatto prediletto di Baudelaire, il cavallo simbolo di vitalità; il toro che simboleggia la forza contro cui l’uomo vuole avere il sopravvento (dalle tauromachie cretesi alle corride spagnole) o gli animali esotici e marini, tutti accesero in un modo o nell’altro la fantasia dei poeti che li cantarono. Queste non sono che alcune delle reminescenze letterarie che ci vengono in mente, ma ve ne sono molte altre, forse più cospicue, del bestiario che popolò la poesia di tutti i tempi. L’animale, dunque, come elemento immancabile del paesaggio, a cui il poeta s’ispira e come simbolo, variamente interpretabile, delle componenti psichiche e spirituali dell’uomo, amico e compagno del suo viaggio terreno, nella poesia e ancor più nella narrativa, non poteva mancare. Grazie ad esso abbiamo avuto delle pagine e dei versi immortali, carichi di seduzione e di stimolanti allegorie (il pesiero va alle tre fiere della foresta dantesca) ma anche di spensierate descrizioni / evocazioni. Bene hanno fatto i curatori di queta originale antologia, Franco Maria Maggi e Franco Latino nel 2003 e Franco Latino ora, a raccogliere le voci attuali che perpetuano una tradizione, tra le più ricche e suggestive.

Silvano Demarchi

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