“Il Museo itinerante di Elvis Presley (“Graceland”) che anche nel 2013 ha percorso l’Europa fa venire in mente molte cose: in primis la straordinaria sintesi tra deterritorializzazione e riterritorializzazione: deterritorializzazione è il rock’n’roll spiazzante, “totale”, sostanzialmente a-melodico di canzoni come “Hound Dog”, dove non basta il coro (coretto) per ristabilire una “linea melodica”, ma è anche il movimento del bacino che scandalizza gli integralisti religiosi; riterritorializzazione è, invece, l’attaccamento di Elvis a oggetti (monili, distintivi degli sceriffi di contea, della polizia in genere, brillanti, diamanti, foto d’epoca, macchine enormi come le sue Cadillac, talismani, gli elementi superstiziosi), l’amore, che un freudiano chiamerebbe “edipico”, per la madre Gladys….”

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